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la pioggia sa tutto di noi

la pioggia sa tutto di noi
lo racconta alle folle
come un gitano
che porti
nei cortili
il proprio spettacolo da zingaro
credi forse sia vuoto
il suo echeggiare sordo
sotto i tetti e nelle mansarde
il suo strimpellare acuto di corde
sullo specchio del lago verde
dove sei cresciuta
mentre dormivi?
no
lei parla e racconta
una parola in ogni goccia
ogni pausa, punteggiatura
e poi, ritmo
intensità
una prosa che cola dal cielo
che parla di noi
dei nostri peccati
dei nostri più turpi
desideri
quello che vorrei strapparti dalla pelle
quello che hai
strappato
nottetempo
dalla mia
e se mai qualcuno
ne imparerà il linguaggio
se mai qualcuno
tacerà, per ascoltarne il racconto
che non conosciamo
e nemmeno
immaginiamo,
la pioggia
sa tutto di noi
sopratutto ciò
che ancora non ha
iniziato
a precipitare
dal cielo
ad inzuppare d’emozione
le nostre
sciocche
anime
nude.

firma Ale

[le altre]

silenzio

e tu
guarda bene,
che è nel silenzio
che nasce l’alba,
avvolgendo
l’ultima mezzaluna di buio
della notte che muore.
è nel silenzio
ad annidarsi la verità del mondo,

dove ogni cosa
ha nome proprio
il silenzio è apocalittico
oppure, se credi,
stucchevole e morbido
tale l’abbandono nel sonno,
un bambino.

sai
ci sono passate sopra
come nuvole
milioni di notti silenziose
cercando assieme, invano,
il silenzio assoluto
cristallino
quello delle montagne e delle rupi
quello dei templi
quello delle valli e delle malghe
quello delle sordità, o della solitudine
ma trovammo solo vuoto
e mai essenza,
mai, sostanza.

fu poi
(buffo)
solo nel fragore
da noi stessi cercato
da noi stessi prodotto
nel nostro unirci, dividendoci
ad emergere brillante come una scheggia argentea
dall’acqua scura di una grotta
il silenzio che tutto avvolge
che tutto spiega,
è in noi
è in te
il silenzio,
è nel demonio dei tuoi lombi
il silenzio,
è di quello
infinito
mentre ci baciamo
mentre smarriamo i contorni delle nostre labbra
delle nostre lingue
delle nostre anime perse
inevitabilmente
per sempre, in un momento che si allunga
annegando
nel silenzioso infinito del prima
e soprattuto
del dopo
te.

firma Ale

[le altre]

intrappolàti

un po’
(nei lineamenti, forse
nelle movenze, certo)
ricordi quella donna
quella dell’onda, delle mani, del fondale
vista, guardata
la sera in cui
quel poeta folle
bevve negroni a pioggia
e declamò poesie folli
folli
quasi quanto lui.
ti osservo da dietro
mettere il cappotto,
non muovo un dito per aiutarti,
e i tuoi capelli, lunghi e liscissimi
intrappolati dietro la nuca
resistono così
fino
all’intervento
delle tue mani leste.
non muovo un dito,
non un muscolo, per aiutarti,
sono immobile come in certi sogni
quelli in cui ti pare di cadere
quando in effetti
cado,
cado
tra i tuoi capelli
liscissimi
intrappolati
dietro la tua nuca
intrappolati
nelle tue segrete
quasi
quanto
me.

firma Ale

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