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guerra!

è così
che abbatti
ogni difesa e corazza
barriera
muro di cinta
scudo stellare
antiaerea
trincea, bunker, checkpoint
(insomma, dai, hai capito)
– dicevo
è così,
ammettilo,
che abbatti le mie difese
sorridendomi divertita
per le sciocchezze dette
guardandoti negli occhi
coi miei occhi
bombardati di sorpresa
per la tua bellezza offensiva
eppure indomiti
nel trattenere
la corda del tuo sguardo
solo fosse
per un secondo.

sì?
come sarebbe sì
come sarebbe non lo faccio apposta
come sarebbe neanche intuivo
cosa non intuivi
di essere offensivamente bella o
di aver smilitarizzato
i miei avamposti emotivi
con un singolo
disarmante sguardo?
niente,
vivi da qui non se ne esce
quindi, senti
saltiamo direttamente
alla firma dell’armistizio
di questa guerra lampo
da te vinta e mai dichiarata
ma combattuta con le uniche armi
contro le quali
la mia resa sempre sarà
totale
onorevole
incondizionata
e stavolta, come mai,
magnifica.

firma Ale

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tattica, strategia, sedani e limoni

la mia tattica
è quella
che ti guardo
di sottecchi
mentre non mi vedi
o magari
mentre credo
che tu
non mi veda
insomma
come un gatto che fissa,
leccandosi le vibrisse,
un passerotto
e un po’ ti guardo
un po’ mi vedi
un po’ distolgo
un po’ distogli
attenzione
cuore
sedani e limoni
o solo
lo sguardo
e dai e dai
tu ti fai
preda
ed io, predatore
e poi ti bacio
e poi mi baci
e poi
affamato
io ti mangio.
la mia strategia,
è quella
che ripeto
la mia tattica
ancora
ancora
e ancora
una volta
e quindi
ti bacio tante volte
e mi guardi tante volte
mentre ti bacio
tante volte
poi ti stanchi
e mi dici
andiamo a letto
e io faccio di sì
felice
con la testa,
ma alla fine
crolli sfinita.
bello stratega
del cazzo
che
sono.

firma Ale

[le altre]

che hai

quando
nella luce del mattino
ti guardo attraverso
non vedo, sai,
i tuoi organi vitali
né venuzze né ossicini
ma nuvole temporalesche
cumulonembi
supercelle, fulmini,
tornado
e uragani,
quelli che si formano rapidi
nelle tue giornate amare
quando le correnti calde
e umide
dell’amore per la vita,
che hai,
che girano nella pancia
sensuale e levigata,
che hai,
salgono, incontrando
correnti fredde,
a getto, dominanti,
spocchiose e violente
soffiate da ciò che quotidiano
sorride sdentato
nello specchio mattutino
che hai.
domani mi affaccerò
anch’io nello specchio
e quando sarà
ricordami di soffiare forte
a liberare il tuo cielo
una volta
per
tutte
o quantomeno per il tempo
dell’ormai prossima
torrida estate
delle nostre
vite.

firma Ale

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