Archivi tag: e se il sole fosse un bluff

dietro l’angolo

sulla spianata
lui crebbe prima germoglio
poi arbusto
poi albero.
non lontano
lei crebbe prima germoglio
poi arbusto
poi albero.
si guardavano in inverno
in estate
si guardavano
nudi
in autunno.
non potevano toccarsi
annusarsi
abbracciare i loro rami.
si amavano, però.
in primavera amoreggiavano grazie
agli amici insetti,
quando possibile
si salutavano agitando
i rami
mossi dal vento
fresco
di tramontana.
poi quel giorno
un buco a terra, tra loro
e poi le travi
e poi il cemento
e poi i piani
uno
due
dieci,
si salutarono l’ultima volta
una mattina di maggio
posato l’ultimo mattone
non si videro mai più.
io li ho visti stasera
e mi han sussurrato all’orecchio,
io cercherò per loro
uno specchio gigante
da mettere davanti l’angolo
di quel palazzo
fascista
così di nuovo si guarderanno
e agiteranno i rami nel vento
e chiameranno a loro gli insetti
e noi ci volteremo
per lasciarli
intimamente liberi
di fare
l’amore.

firma Ale

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il mio pianeta è differente

scendi giù in strada
prendi la moto
la macchina
o solo i tuoi piedi cicciosi
prendi una strada
una qualunque
spostati da dove ti trovi
verso un luogo qualunque.
ci sei?
guardati attorno
mentre ti muovi
nel tempo e nello spazio
della tua città
noterai alberi
cartelli stradali
cassonetti
rotonde, incroci, palazzi
persone, gatti, piccioni
muretti, irrigatori automatici, treni
tutte dimostrazioni della nostra presenza
e di ciò che c’era prima
che c’è e ci sarà
non c’è giardino
deserto
piazzola di sosta
dove non ci sia uno stelo d’erba
un insetto
anche solo un batterio
ovunque stringi pollice ed indice
raccogli qualcosa
ovunque posi lo sguardo
ci siamo noi abitanti di questo
piccolo stupido denso pianeta
infetto, vivo, pulsante ovunque guardi
ovunque tocchi.
alla fine,
nel tuo ampio vagare,
arrivi su Marte
ti guardi intorno, come prima
e c’è solo
una
infinita
distesa
di ruggine.

firma Ale

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leonardesco

a volte mi sento come l’uomo vitruviano
– cioè
per certi versi,
magari lo fossi –
comunque dicevo
a volte mi sento come l’uomo vitruviano
non inscritto nelle figure perfette
di cerchio e quadrato
ma inchiodato ad un bersaglio
colorato concentricamente di bianco e di rosso
che gira sul proprio asse
ed io con lui.
tutti mi tirano contro
mi lanciano cose
e mi prendono,
sì mi prendono
dappertutto
in testa
sulle braccia
mani, piedi
spalle
torso
ma solo tu
tu sola
riesci a colpirmi
sempre
e solo
sulle palle.

firma Ale

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