gatto neve

se io pensassi

se io pensassi
che il tuo sfiorarmi le dita
fosse solo il distratto battere del metronomo
che regola la tue giornate nitide,
quando invece quel tocco
punge di lenzuola stropicciate
di unghie
di respiri lasciati a mezz’aria
come piccoli aereoplani di carta.

se io pensassi
che quel semitono acuto nella tua voce
fosse solo un congenito millimetro di carne
in più o in meno sulle tue corde vocali,
anziché un brivido
che sfugge alla diga stupida che hai costruito
come se quel bacino, quella banca
pagasse interessi da qui all’infinito.

se io pensassi
che a dividere il mio orecchio dalla tua voce
non sia la distanza
o una cattiva ricezione
ma l’intervento incessante del caos
sotto forma di contenitori per le uova
come quelli degli studi radiofonici,
messi lì per ammutolire i disturbi.

se io pensassi
ma pensandoci bene
non ci penso,
non ci penso neanche, a pensarci
perché
quando si tratta di noi
pensare serve quanto dormire
quando si tratta di noi
conta capire la vertigine dei baratri
e soprattutto il perché di questo muoversi cauti
zampettando
girovaghi e perplessi
come gatti
sulla neve.

firma Ale

[le altre]
gatto neve