Archivi tag: un po’ mi vergogno (e voi non siete d’aiuto)

morning sun Hopper

giuda di un sole

Giuda di un sole
ci hai traditi anche oggi
colando
di primo mattino
tra le persiane screpolate
carezzando ruffiano le tende
e i gradini bianchi di marmo
lasciando che scivolassimo fuori dai letti
come serpi in cerca di calore
concedendo così alla tua nemesi
di tenderci l’imboscata
dalle gravide gocce e dal sentore d’ozono
pianificata con te, stanotte, a tavolino
usando noi come moneta di scambio
per saldare i tuoi debiti di gioco
noi
che in te da sempre confidiamo
finendo per inciampare in un cielo nero
che si addensa
denudato del nostro calore
noi vittime della tua incapacità di incassare
anche solo una banale scommessa
come quella,
sempre aperta,
sulla nostra innocenza
di angeli caduti.

firma Ale

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10 centesimi

10 centesimi

masticando pigramente
una gommosa alla frutta
di quelle colorate
rosse e verdi
che si attaccano
ai denti e al lavoro del tuo dentista
mi sei tornata in mente
e anche il tuo ricordo
gommoso
sapeva di frutta
descrivendo il mio naso e la mia bocca
immersi
nei tuoi capelli che sapevano di frutta
nelle tue mani che sapevano di frutta
nella frutta della tua pelle
dei tuoi umori
e con loro, del tuo umore,
perché sì,
anche il tuo umore
sapeva di frutta.
finito di masticare
ho ingoiato l’ultimo pezzo
rosso e verde
della gommosa alla frutta
nemica delle mie otturazioni
e di colpo
non sapeva più di molto,
il tuo ricordo
perché, vedi,
questo è quanto vale davvero
il tuo ricordo,
vale dieci centesimi
il prezzo al dettaglio
di una gommosa
alla frutta.

firma Ale

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parli di cose credo interessanti

sorridi luminosa
e mi parli
di cose
credo
interessanti
dico credo perché
nel mentre penso ad altro
mi ha distratto la canzone stupenda
che qualche tecnico lontano
sta trasmettendo alla radio
e che in sottofondo
si diffonde come profumo
come polline acustico in questo caffè
irrompendo nella memoria
spalancando cassetti alla rinfusa
come un topo d’appartamento,
alla ricerca di quel ricordo
doloroso
che avevo nascosto per bene
tra le mutande e i calzini puliti
avvolto in un panno di daino
come faresti con una pistola.
ecco
l’ha trovato
e me lo sventola dietro gli occhi
che davanti hanno te che mi parli
di cose
credo
interessanti
mentre non ti ascolto
ed osservo il ricordo ormai esposto
di quella mattina quando, come adesso
mentre parlava mi distrassi
per una canzone in sottofondo
e lei, offesa, mi disse addio
dunque rinsavisco
ma ora non parli, non sorridi più
e mi guardi con occhi strani
nei quali leggo nuova catastrofe
ma poi
poi serenamente mi chiedi
se anche’io conosco
e ho notato
quant’è bella questa canzone
così ti guardo e rispondo sì
poi mi allungo a baciarti
promettendo in silenzio
allo stupido che sono
di non distrarmi
mai più.

firma Ale

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