pensai fossi un diamante
quando ti scorsi, meraviglia,
tra la sabbia nera e abrasiva
della spiaggia di Vulcano
per quanto, da sempre,
avara di tesori.
giurai fossi un diamante
dal lampo riflesso di sole
al mio sguardo
come lama di un faro
sulle coste nebbiose dell’Irlanda
come un muto richiamo
a te.
eccoti
inestimabile
sul palmo liscio della mia mano
grosso una noce
degno d’Elisabetta
regale come la sua corona.
anche il mattino seguente
(memoria
di una notte senza sonno
né sogni, né innecessari desideri)
credei fossi un diamante
ma ti lavai e lucidai
e limpido, nel giorno accecante
fosti solo ciò che sei
pezzo di vetro trasparente
restituito da un mare
irrequieto ed irrisolto
quasi
quanto te.
El Prat de Llobregat, Barcellona, 27 Aprile 2015