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tu insisti

non insistere
come faccio a spiegartelo, dai
dovresti provarlo di prima mano
attraverso
il tuo morbido spirito di pongo
ma insisti, tu
insisti
e allora d’accordo
va bene
ci provo
hai presente quando
dopo un ceffone
la mano ti duole
quanto la guancia?
per niente, dici.
lo vedi dunque
che ho ragione, che sei pazza
che non c’è modo di spiegarlo
ma tu, tu insisti
e allora, dai
allora riprovo
hai presente quando porti la tua giara d’acqua
in equilibrio sulla testa
e poi
l’equilibrio
tu lo perdi? ecco
forse è questo ciò che provo
lo capisci?
lo raccogli
col tuo rosso spirito di pongo?
no che non riesci
ma tu indomita
insisti, tu insisti
nel chiedermi cosa provo
e allora dunque prova
prova tu ad indossare i miei occhi
che ti hanno davanti
e ti sentirai
come si sente dopo un temporale un quartiere
l’odore d’ozono per le strade
i crepitii del cielo ormai lontani
e quella sensazione livida come un pianto dirotto
sospeso solo un attimo prima
dentro di te
si rompa
qualcosa.

ora
ti fai buia
come una sera invernale
e più non insisti
ma mi guardi
e annusi l’aria
perché forse sei riuscita ad entrare
insistendo
come insiste un rabdomante cieco
che lo sa, che l’acqua è lì
è lì
basta sentirla
e scavare
e insistere, e sì,
maledetta,
tu sì,
pazza e impervia
tu
insisti, tu
esisti.

firma Ale

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questi miei occhi

questi miei occhi

con questi miei occhi
verdi
e instancabili
ho messo a fuoco e guardato
scorrergli davanti
inondazioni di bellezza urlante
con questi miei occhi
ho visto colline gialle
punteggiate di alberi solitari e rigogliosi
mossi dal vento
che quasi camminano
ho visto l’ultima luce
di giornate orribili
schiantarsi su nuvole basse
esplodendo
di rosso e di blu
dentro questi miei occhi
che del bello si nutrono
del bello, s’inebriano
come vino per la bocca
come suoni per i timpani
come pelle
per la pelle
e quando stanchi
esausti
infine si chiuderanno
porteranno con sé
tra le stelle
il loro carico di bellezza
presentandosi
alle anime sfuggite alla vita
come gli occhi fortunati
del loro piccolo e
infinitamente grato
uomo.

Rionero in Vulture, 19 Giugno 2015
firma Ale

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ho un cuore che batte alla cazzo

al centro di questo
mio petto
ho un cuore che batte
alla cazzo
senza alcun senso del ritmo
beccheggia e imbarda
come un vecchio aereo biposto
eppur pompa
instancabile ubriaco
senza alcun desiderio
di sobrietà
perché è proprio nella sua
ritmica aritmica
scelta
sin dal suo primo battito
a nascondersi la sua unicità
sorprendendo
cardiologi e infermieri
amanti, maratoneti
equilibristi, astronauti e filosofi
fedele pugno rosso alzato
umana sorgente d’emozione nel
suo battere convulso
mischiato
al questo mio sgocciolante
incrollabile
tempo
di vita.

firma Ale

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