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il mio pianeta è differente

scendi giù in strada
prendi la moto
la macchina
o solo i tuoi piedi cicciosi
prendi una strada
una qualunque
spostati da dove ti trovi
verso un luogo qualunque.
ci sei?
guardati attorno
mentre ti muovi
nel tempo e nello spazio
della tua città
noterai alberi
cartelli stradali
cassonetti
rotonde, incroci, palazzi
persone, gatti, piccioni
muretti, irrigatori automatici, treni
tutte dimostrazioni della nostra presenza
e di ciò che c’era prima
che c’è e ci sarà
non c’è giardino
deserto
piazzola di sosta
dove non ci sia uno stelo d’erba
un insetto
anche solo un batterio
ovunque stringi pollice ed indice
raccogli qualcosa
ovunque posi lo sguardo
ci siamo noi abitanti di questo
piccolo stupido denso pianeta
infetto, vivo, pulsante ovunque guardi
ovunque tocchi.
alla fine,
nel tuo ampio vagare,
arrivi su Marte
ti guardi intorno, come prima
e c’è solo
una
infinita
distesa
di ruggine.

firma Ale

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leonardesco

a volte mi sento come l’uomo vitruviano
– cioè
per certi versi,
magari lo fossi –
comunque dicevo
a volte mi sento come l’uomo vitruviano
non inscritto nelle figure perfette
di cerchio e quadrato
ma inchiodato ad un bersaglio
colorato concentricamente di bianco e di rosso
che gira sul proprio asse
ed io con lui.
tutti mi tirano contro
mi lanciano cose
e mi prendono,
sì mi prendono
dappertutto
in testa
sulle braccia
mani, piedi
spalle
torso
ma solo tu
tu sola
riesci a colpirmi
sempre
e solo
sulle palle.

firma Ale

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barbecue

testa contro testa
zanne contro zanne
si scontrano così, con violenza
due cani spuntati da dietro l’angolo,
rialzandosi si lanciano l’uno verso l’altro
per lavare l’onta, la polvere di dosso,
si azzannano in volo e subito
il sangue macchia il cemento bianco del marciapiede,
sono grugniti e ringhi
carne che si squarcia sotto i canini
pelo che turbina nell’aria, scosso da fremiti.
poi si mollano e tirano il fiato
pronti a azzuffarsi di nuovo
affinchè uno muoia,
così
come il nostro destino
di scontrarci dietro gli angoli
azzuffarci ciecamente
assaporare il sangue,
la vittoria o la sconfitta,
comunque, il gusto della lotta
quando basterebbe rivolgere delle scuse sorridenti
andare a casa
mettere una bistecca di manzo sul bernoccolo
e poi sì, magari
farsi un bel barbecue.

firma Ale

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