la scorsa notte
turbolenta e impicciona
ho fatto questo sogno qui
che sul monte
più alto dei monti
costruivamo da terra a cielo
un immenso fumogeno
e poi
uno a uno
sette miliardi quanti siamo
arrampicati come formiche
su una scaletta piccina piccina
lo riempivamo all’orlo
di tutte le vecchie lettere d’amore
degli amori passati o perduti
di tutto il denaro vigliacco
dei compiti in classe
delle bollette, delle sanzioni
e delle pergamene insudiciate
da parole appuntate
mai riferite
e poi Kennedy
(sì, John Fitzgerald)
da un palco posticcio
pronunciava qualcosa d’altisonante
e privo di senso
e col fiammifero usato
per un cubano
accendeva questa nostra
somma verticale
di emozioni e sventure
e da lì il nostro anno solare
il nostro roteare
diventava spirale di fumo colorato
nel buio vacuo dello spazio
il nostro
il primo
un pianeta popolato di vita
a dichiarare all’universo
siamo qui
complicati e incomprensibili
sicuramente un po’ inquinanti
ma se v’interessa
beh, insomma
noi siamo qui.
[le altre]