il tempio

dai,
corriamo al dunque,
ché già troppo tempo
è scivolato via dai nostri giorni
tanto
lo sai bene che è il tuo corpo
il mio luogo di culto
è il tuo corpo
il mio tempio
perso nella giungla
che lo divora di liane
e di grida di scimmie,
sulla cima di un monte
avvolta da nebbie
di silenziose nuvole basse,
sul fondo dell’oceano
come nave da guerra affondata
quieta dimora di pesci e coralli
anche loro, come me
instancabili custodi
suoi incrollabili
fedeli.

dai,
non farmi domande,
ché non è induista
questo mio tempio,
non è cristiano né buddista
questo tuo corpo
ché è tutte le religioni
del mondo
e nessuna in particolare
è il luogo dove cerco dio
trovandolo specchiato in me, ogni qual volta
mi accoglie in meditazione e preghiera
e dove tu
sacerdotessa
benedici il mio respiro
e i miei peccati
nella segreta speranza
che non smetta mai
di cercar
redenzione.

firma Ale

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