di mazzancolle, di caffè al banco, di capelli biondi

Se di mestiere fai l’informatico sei, fisilogicamente, a rischio. Rischi infatti di perdere progressivamente contatto con la realtà, con quello che di più umano cova dentro la tua anima: di certo è un mestiere capace di aprirti la mente, ma anche di sigillare molte più finestre di quante, credi, non ne apra.
Leggi un libro, e che non sia la biografia di Jobs o il manuale di Mitnick. Leggi un romanzo che parli di amore, di morte, di sofferenza, di gioia, di droga, di sesso, di ciò che ti pare, basta che sia un argomento umanistico, e non tecnico/scientifico.
Se sei un informatico, prendi qualche ora di ferie, entra alla Feltrinelli e leggi e osserva le copertine dei libri. Poi alza lo sguardo: come side effect (wops!) scoprirai tante belle e affascinanti donne da osservare con candida curiosità, mentre concentrate come mai scelgono il loro prossimo volume, che possibilmente preferiranno a te, nelle fredde notti invernali. Grazie al cazzo che preferiranno il loro libro. Sarà certamente più interessante di te, se non ti riprendi, e alla svelta.
Ascolta tanta musica. SEMPRE, e che sia di qualità. E poi balla, muoviti senza pensare, quando un ritmo elementare, anche il più stupido, ti entra nelle orecchie.
Se sei un informatico, vai a fare la spesa al mercato rionale, ogni tanto, fallo da solo e senza lista della spesa sull’iPhone. Spegni il fottuto Facebook. Gira per i banchi, assapora l’odore pungente del marasma fatto di anziane signore, frutta matura, pane, pesce, acqua stantia, basilico, cipolle. Osserva la gente, decidi cosa mangiare per pranzo, non accontentarti del primo banco che incontri per comprare mezzo chilo di mazzancolle, scegli, prenditi il tuo tempo.
Se sei un informatico, passa mezz’ora di tempo da Castroni, annusa il suo odore inconfondibile, scruta gli scaffali e scopri che esiste una coca cola aromatizzata vaniglia e barattoli di scaglie di iguana liofilizzate. Chissà quali chef ne faranno uso, poi. Comunque sia, chiedi mezzo chilo di caffè “famiglia”, fattelo macinare fresco, paga e porta via il pacchetto profumato. Consuma un caffè al bancone, assaporalo e pensa ai capelli biondi di quella ragazza vista da Feltrinelli, magari.
Se sei un informatico, abbandonati all’amore, ama con passione e senza freni, fatti male, accetta i rischi, spera nel bel tempo anche quando diluvia. Non frenare i tuoi sentimenti, non barattare il tempo di una chiaccherata con chi ami con quello necessario ad aggiornare il telefono o a scaricare l’ultimo film di Scorsese. Sei cibo per i vermi, tu come tutti coloro che ti hanno preceduto e che ti seguiranno, non perdere tempo, ama, vivi.
Se sei un informatico, ferma una persona per strada, meglio se anziana, e chiedile semplicemente come va, e poi TACI. Ascolta quello che ha da dirti, ascoltalo perché il suo cuore avrai un’unica occasione per sentirlo battere in te, e quell’occasione è ora.
Se sei un informatico, o semplicemente se sei un uomo, riprendi contatto con la tua vita.
Tic-tac. Il tempo, corre.

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